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 Musei archeologici

FABRIANO - Mostra archeologica "Piceni e Celti lungo le rive del Giano"

La mostra raccoglie un’accurata selezione di reperti provenienti da scavi, raccolte di superficie e rinvenimenti, ed offre una visione d’insieme dello straordinario patrimonio del territorio di Fabriano in età pre-romana. Si apre con una sezione introduttiva al territorio e al periodo dei Piceni e dei Celti in modo da consentire una facile comprensione delle tematiche trattate. La parte espositiva è organizzata secondo un prevalente criterio cronologico a partire dalle prime testimonianze picene a Fabriano databili all’ VIII sec. a.C., continuando con le necropoli e gli abitati di VI-V sec. a.C. per concludere con la tomba 1 del Foro Boario e il periodo gallico nel III sec. a.C.
Costituiscono validi esempi della ricchezza dell’area fabrianese le tombe principesche del periodo orientalizzante (VII sec.a.C.) conservate presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, scoperte a Santa Maria in Campo nel 1915 e ancora oggi di assoluto rilievo tra le scoperte archeologiche dell’intera penisola, pari ai più celebri complessi funerari principeschi d’Etruria, Lazio e Campania. Recenti studi hanno inoltre permesso di riproporre l’originaria composizione dei corredi funerari di queste tombe e in particolare quello di una sepoltura passata sempre in secondo piano a causa di errate associazioni, ma dall’importanza eccezionale: la tomba del tumulo 1.

Per quanto riguarda i rinvenimenti nell’area del Foro Boario, l’eccezionale presenza di una sepoltura gallica di III sec. a.C. caratterizzata da anfore vinarie, calderoni, una casseruola e un’olpe (brocca) in lamina di bronzo, ci testimonia l’esistenza, nella conca fabrianese, di una florida comunità di galli senoni e richiama palesemente contesti di grande notorietà come le tombe galliche di Montefortino di Arcevia e Santa Paolina di Filottrano, celebri per gli sfarzosi corredi di vasellame metallico, armi e oggetti preziosi. Inoltre la tomba del Foro Boario si collega inevitabilmente all’imponente complesso funerario principesco della metà del IV sec. a.C. rinvenuto sempre a Fabriano in località Moscano e riferibile ad un capo tribù dei galli senoni degno di essere paragonato a Brenno, l’assalitore di Roma nel 360 a.C. Oggi il corredo della tomba di Moscano è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche.
INFO: aperta su prenotazione tel. 0732 625067

FABRIANO- Area archeologica di Attidium

Situata nella frazione di Attiggio a circa 5 km da Fabriano, si tratta di un complesso termale databile al II sec. d.C. relativo al municipio romano di Attidium attestato nelle fonti letterarie ed epigrafiche: le principali evidenze monumentali sono visibili ancora oggi di fronte alla Chiesa di Attiggio: la città romana doveva svilupparsi nell’area circostante.
L’impianto si articola in una decina di vani, di cui alcuni con pavimento mosaicato, ed uno riscaldato.
Il primo ambiente, identificabile con un calidarium, cioè con un ambiente caldo, è rettangolare con un lato corto absidato: sul pavimento di tegole poggiano una trentina di suspensurae, ovvero di pilastrini che dovevano sostenere il vero pavimento, creando un’intercapedine sottostante per la circolazione dell’aria calda. Il secondo, è un vano rettangolare e mosaicato, con pareti rivestite di lastre marmoree: il mosaico presenta una serie di cornici concentriche rosa e nere, all’interno delle quali si sviluppa una decorazione con figure animali marine e fantastiche. Il piano pavimentale presenta un cedimento avvenuto in antico, che rivela la presenza di un sottostante condotto fognario con copertura di tegole, che si sviluppa lungo tutto il complesso termale.
A sud ovest si trova poi un quinto vano rettangolare; la pavimentazione anche in questo caso rivela la prosecuzione del condotto fognario. Adiacente ad esso si trova un sesto vano, ovvero un corridoio affrescato con il motivo della staccionata.
Le ultime campagne di scavo, svolte dal 2013 al 2016 hanno riportato alla luce ulteriori ambienti mosaicati tra cui si segnalano un'ampia vasca absidata ed uno spogliatoio, oltre ad aver messo in evidenza l'articolazione dell'impianto fognario ed idraulico.

INFO: aperta su prenotazione tel. 0732 625067

Museo archeologico statale di Arcevia
Nel chiostro della Chiesa di S. Francesco ha sede il Museo Archeologico Statale, assai ricco di apparati didattici.
La struttura museale offre una vasta documentazione archeologica del territorio arceviese.
All’interno del museo vi sono esposte importanti opere volte a rappresentare il vasto periodo storico dalla preistoria all’età romana. Tra i reperti presenti si ricordano gli strumenti in selce dell’industria litica risalenti al Paleolitico superiore, alcuni prodotti ceramici del fossato di Conelle, nonché gli originali corredi funerari e gli oggetti di culto rinvenuti all'interno del sepolcro di Montefortino.

Museo dei fossili Don Giuseppe Mattiacci di Serra San Quirico
Il museo, momentaneamente chiuso per trasferimento sede, è allestito prevalentemente con reperti fossili raccolti da Don Giuseppe Mattiacci nel circondario di Serra San Quirico, in particolare sul monte Burano. Per porre i fossili alla vista del pubblico, sono state realizzate delle bacheche con il contributo del Comune. Nel museo è presente anche una piccola raccolta di minerali, posti anch’essi in una apposita bacheca.
Nel museo sono stati esposti circa un migliaio di fossili di diversi tipi: il Giurassico (risalente a circa 200 milioni di anni fa), il Pliocene, raccolto circa 4 milioni di anni fa, i bivalvi, i crinoidi, i brachiopodi, i belemiti e le ammoniti, ormai scomparse da circa 65 milioni di anni.
Attualmente i fossili si trovano nella struttura parrocchiale situata vicino la stazione, ma verranno presto trasportati nel centro storico.
Le visite al museo verranno effettuate solo su prenotazione.

Cartoteca Storica Comunale di Serra San Quirico
E’ collocata presso il chiostro dell’ex convento di S. Lucia. Al suo interno sono state inserite e catalogate carte geografiche, cartografie tematiche, stampe, fotografie ed incisioni inerenti alla storia del territorio regionale. Due importanti rappresentazioni sono la “carta di Mercatore e di Ortelio” (secolo XV) e la “carta dei Magini” (secolo XVII), che riproducono un globo del Coronelli del XVII secolo.

Museo di Genga. Arte, Storia e Territorio 
Nel museo vengono conservate varie opere d’arte sacra: tra le più importanti il “Trittico” e lo “stendardo bifacciale” di Antonio da Fabriano, inoltre è presente un dossale in terracotta raffigurante al centro la Madonna della Misericordia con S. Domenico e S. Clemente circondato dai Misteri del Rosario.
Degna di attenzione è un’opera della bottega di Antonio Canova: la “Madonna con il Bambino”, proveniente dal tempio di G. Valadier nella Gola di Frasassi.

Museo Speleopaleontologico e Archeologico
Al suo interno è collocato un enorme scheletro pietrificato di un grande uccello marino; le sue dimensioni sono di mt. 4 x mt. 2,50 ed è classificato come ittiosauro. Il museo si caratterizza anche per la presenza di diversi fossili e reperti archeologici.

 

 

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